Il Monumento all’Alpino Ossolano

Sezione A.N.A. di Domodossola

L'INAUGURAZIONE EBBE LUOGO IL 29 APRILE 1979

Per quanto la realizzazione del Monumento all’Alpino Ossolano sia frutto di un’iniziativa del Gruppo A.N.A. di Domodossola e non della Sezione, il significato e la valenza che assume tale opera per tutte le Penne Nere dell’Ossola meritano una trattazione particolare, insieme ad altri argomenti di ampio rilievo.

A suggerire l’idea della realizzazione di un Monumento che ricordasse tutte le Penne Nere ossolane fu Lorenzo Giovangrande, già Alpino del Btg. Sciatori “Monte Cervino” e decorato con Medaglia di Bronzo al V.M.; l’iniziativa venne fatta propria dal Gruppo di Domodossola che, grazie anche ad una sottoscrizione estesa a tutti gli Alpini delle valli, riuscì a concretizzare il progetto, erigendo l’ opera all’angolo della piazza Orsi Mosè, tra via Galletti e corso Dissegna, in Domodossola.

L’inaugurazione ebbe luogo il 29 aprile 1979, contestualmente ad un raduno intersezionale nel corso del quale venne anche appuntata sul Labaro sezionale la Medaglia d’Oro al Valor Civile conferita all’Associazione Nazionale Alpini per l’opera prestata nel Friuli terremotato, con interventi a cui prese parte anche la Sezione di Domodossola nel Cantiere di lavoro n° 9 di Cavazzo Carnico.

Il Monumento all’Alpino Ossolano, il cui progetto venne redatto dall’ing. Giuseppe Paglino allora Preside dell’IPSIA “Galletti”, è costituito da un blocco di sarizzo ossolano suddiviso in due parti, la prima di base che misura m. 3 x 3 x cm. 60 di spessore, del peso di 180 quintali, mentre il secondo tronco a forma di parallelepipedo misura m. 1,70 x 1,70 x 2,50 di altezza, con un peso di 250 quintali; la realizzazione dell’opera vide, oltre che l’intervento di diverse ditte locali, anche la partecipazione fattiva di Vittorio Danda, allora C.G. di Crevoladossola, Cesare De Giuli, Giulio Savoia e Alberto Vadi, quest’ultimo autore della scritta “A.N.A.”, ricavata anch’ essa in sarizzo.

La parte in bronzo, fusa nelle fonderie Ragazzoni di Varese, è costituita dalla statua dell’Alpino, del peso di 300 kg. ed alta m. 1,80, dall’aquila posta sulla sommità del blocco con apertura alare di circa un metro, oltre ad una targa di cm. 50 x 80 recante la scritta “ALL’ ALPINO OSSOLANO”; l’Alpino è rappresentato in tempo di pace, munito di picozza e corda manilla in luogo di fucile e giberne.

Oltre un decennio dopo l’inaugurazione, con una partecipata cerimonia, svoltasi nel tardo pomeriggio di sabato 15 settembre 1990, venne invece ufficialmente scoperta presso il Monumento all’Alpino Ossolano un’urna contenente terra proveniente dai campi di battaglia del fronte russo, raccolta in diverse fosse comuni dove riposano Caduti italiani dal Cap. Appendini per interessamento del Socio Aldo Giolzi del Gruppo di Premia e del compianto vice presidente sezionale Augusto Beltrami.

A suggello di tale urna, inserita nel basamento in pietra e che idealmente vuole essere un luogo di ricordo dei tanti Caduti e Dispersi sul fronte orientale, venne posata una targa con la significativa scritta “Da oggi siamo tornati tutti”.